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I Parchi Alpi Cozie al convegno annuale sullo stambecco

24 Ottobre 2024
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Le Aree Protette delle Alpi Cozie hanno esposto un poster scientifico in occasione del 25° incontro annuale del Gruppo Stambecco Europa che si è svolto dal 23 al 25 ottobre a Zernez in Svizzera. Si tratta di una presentazione dei dati sui monitoraggi del grande ungulato alpino nelle Alpi pinerolesi effettuati utilizzando la tecnica del censimento invernale. Nel Comprensorio Alpino TO1 dal 2005, nel Parco Naturale della Val Troncea dal 2006 e nel Parco Naturale Orsiera Rocciavré dal 2017, il conteggio degli esemplari di stambecco viene effettuato nella stagione fredda presso le aree di svernamento degli animali che si concentrano prevalentemente lungo versanti impervi ed esposti a meridione su cui la neve permane al suolo per periodi meno prolungati. Questa modalità consente di ottenere stime di popolazione precise con un impiego di personale minore, rispetto alle attività solitamente effettuate in estate quando gli stambecchi risultano maggiormente dispersi su una superficie di montagne più ampia. 

Dai dati emersi risulta un forte incremento generale di stambecchi che sono passati dalle 182 unità nel 2004 alle 679 unità nel 2024. Si segnala che la specie è stata reintrodotta in tale porzione di territorio alpino tra il 1978 e il 1995 sia sul versante italiano delle valli Pellice e Chisone, sia sul versante francese del Queyras. La popolazione più ampia si registra in Val Germanasca dove, tuttavia, si è verificata una diminuzione di capi, mentre in Val Pellice e Val Chisone le popolazioni sono minori, ma presentano un tasso di crescita costante e simile nel corso degli anni. Sostanzialmente stabile la presenza in Val Troncea, mentre la recente adozione della tecnica di monitoraggio nel Parco Orsiera Rocciavré segna un marcato aumento probabilmente dovuto a una migliore individuazione delle aree di svernamento nel corso degli anni. 

Il poster è stato presentato al convegno svizzero da Luca Maurino, funzionario dell’Ente Parco, e Marco Giovo, tecnico faunistico del Comprensorio Alpino TO1, che hanno partecipato all’intensa 3 giorni di lavoro con i più illustri ricercatori sull’ungulato dell’arco alpino. 

«Tra le minacce per la conservazione dello stambecco emerse con maggiore preoccupazione – ha raccontato Maurino – si è affrontato il tema del riscaldamento climatico che spinge gli animali sempre più in quota rischiando di favorire la diffusione di patologie a cui la specie potrebbe non essere resistente. Inoltre in numerose aree delle Alpi si registra un aumento costante e allarmante della frequentazione turistica legata alle attività outdoor e di manifestazioni impattanti come gare di trail running che rappresentano indubbiamente un elemento di disturbo per gli ungulati. Tuttavia il quadro generale rimane confortante con una stima di oltre 55 mila stambecchi distribuiti lungo l’intera catena alpina. Dal punto di vista della ricerca scientifica, è emersa la necessità di uno scambio sempre più efficiente ed efficace tra studiosi. In questo senso, i Parchi delle Alpi Cozie hanno messo a disposizione della comunità scientifica oltre 43 mila punti GPS registrati dagli stambecchi con radiocollare presenti nel Parco Naturale della Val Troncea».

Allegati:

open_in_new Maurino L., Giovo M., Winter census of alpine Ibex in the Cottian Alps, poster scientifico Presentazione dei risultati del monitoraggio invernale sullo stambecco nelle Alpi pinerolesi presentato al 25esimo incontro annuale del Gruppo Stambecco Europa. 3,8 MB