Atti dell'VIII convegno annuale dell'Ecomuseo Colombano Romean.
Gli alberi sono una presenza viva intorno a noi, creature multiformi con una storia spesso avventurosa, pronte a svelarla a quanti sanno mettersi in ascolto... Intorno a questi alberi la gente si è raccolta per secoli e secoli, costruendo riti e tradizioni che ancora oggi sono portati avanti dalla collettività dell'Alta Valle di Susa. Gli alberi del maggio, Pouento, Chirintèl, Chantè, Ran, che affondano le radici in tradizioni millenarie, hanno riunito intorno a loro la comunità in una celebrazione della vita, perpetuata nel rito della fertilità e della rinascita. Per lo più assimilati nei festeggiamenti delle feste patronali, con l'avvento del Cristianesimo, gli alberi del maggio sono simbolo della celebrazione vitale della comunità.
Perchè Chateau? Credo che la molla che mi ha spinto a sostenere un cahier dedicato a questa Comunità sia stata la visita alla mostra fotografica sulla figura di don Riccardo Perron Cabus attraverso le bellissime fotografie d'epoca di Paolo Bressano, questa primavera. In quell'occasione ho avuto modo di apprezzare l'impegno di Rita e di Ines per salvaguardare la memoria collettiva di quella borgata che, come in tante altre realtà frazionali dell'occitana Alta Val Dora, si sta lentamente spegnendo. Un impegno quotidiano di ricerca, di presenza e di lavoro silenzioso sostenuto da un orgoglioso senso di appartenenza, dedicato con amore al proprio paese e al ricordo di chi ci ha preceduto.
Anche la figura di don Riccardo, che ho avuto la fortuna di conoscere e avere come amico, mi ha stimolato molto sia per le sue scelte resistenziali, sia per il suo essere parroco senza remore nel calarsi nella realtà quotidiana dei suoi parrocchiani e nel saperli affiancare nelle difficoltà e, perché no, anche nella manualità del lavoro e nelle passioni.
Così con Chateau siamo giunti al Cahier n°30 dell'Ecomuseo Colombano Romean di Salbertrand, un traguardo all'inizio impensabile che, con l'aiuto di tanti, ha invece permesso in questi anni di salvare tanti tasselli di storia e cultura locale, sicuramente di dimensione minore ma, proprio per questo, più vicina al cuore di tanti di noi.
Infine, in quest'occasione, desidero ringraziare Giovanni Bressano, Rita Frezet, Ines Chalier, Giovanni Borio, Ivo Chalier, Gianfranco Bernard, Angelo Bonnet, Andrea Zonato, Renato Sibille, tutti i volontari dell'Associazione Chateau e tutti coloro che ci hanno permesso di meglio conoscere la soria di questa Comunità, della sua gente e della sua lingua nella quale si apprezzano i caratteri di una fiera autonomia parrocchiale e una spiccata volontà di autogestione del suo territorio.
Settembre 2019
Massimo Garavelli
"Arcadia Alpina" is a novel written by Cavalier Enrico Faure of Sauze d'Oulx, published in 1906.
The reissue of "Arcadia Alpina" in the Cahier dell'ecomuseo Colombano Romean series is an opportunity to discover a forgotten peasant world that characterized the Upper valley of the Dora river between the late nineteenth and early twentieth centuries.
In Faure's work, we find described the fieldwork, the tools, the life of a community in its daily evolution, the folk traditions, beliefs, superstitions, religious rituals with their syncretisms, and sometimes we cannot help but smile at the naivety of the characters that reflects the simplicity and cruelty of that harsh peasant world, but at the same time, we cannot help but be moved and sometimes touched by the description of that rural landscape, that Arcadia so skillfully evoked and described as experienced firsthand by the author. These are the words of Renato Sibille who edited the reissue and gave new life to the work with his comments, a rich glossary of less common, antiquated, obsolete words, dialects, or particular meanings given by Faure, and the complete biography of Professor Faure reconstructed through the documents consulted in the historical archives of the Municipalities of Oulx and Sauze d'Oulx, the joint school college of Oulx, the Parish of San Giovanni Battista of Sauze d'Oulx, and the Diocese of Susa, in addition to information drawn from local periodicals of the time and various publications.