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Ecomusei & Biodiversità

July 25, 2024
Workshop Ecomusei 2024

Workshop Ecomusei 2024 - Rete Ecomusei Piemonte

Secondo il Rapporto delle Nazioni Unite sulla biodiversità, un milione di specie scomparirà dal pianeta nei prossimi anni. Allo stesso tempo, l’UNESCO sostiene che la diminuzione di biodiversità influisce direttamente sulla perdita di diversità culturale e linguistica. "La cultura è irrimediabilmente influenzata da relazioni locali e specifiche che uniscono i popoli e il loro ambiente".

A partire da queste riflessioni, gli ecomusei, da sempre impegnati nella ricerca e sperimentazione di un proficuo equilibrio tra le attività antropiche e la tutela ambientale, si sono incontrati sabato 20 luglio presso il Forte di Gavi (AL) per il Workshop annuale della Rete Ecomusei del Piemonte (REP) ospitato dall’Ecomuseo di Cascina Moglioni e dal Parco naturale dell'Appennino Piemontese.

Si è parlato di biodiversità sotto varie prospettive, diversità biologica, culturale e linguistica. Gli ecomusei della Rete Ecomusei Piemonte hanno portato le loro esperienze e l'incontro si è rivelato, come di consueto, un'occasione di confronto e di stimolo per continuare a lavorare insieme.

Nel suo intervento legato al paesaggio rurale storico delle Rocche del Roero come frontiera della biodiversità, Enrico Rivella, consulente dell'Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare (ISMEA) ha definito la diversità bioculturale come la diversità della vita in tutte le sue manifestazioni: biologiche, culturali e linguistiche, interconnesse e probabilmente coevolute all'interno di un sistema adattativo socioecologico complesso. L'uomo nel tempo ha raccolto conoscenze, attribuito valori e creato connessioni con i sistemi ecologici: proteggere la diversità bioculturale potrebbe facilitare il successo di molti piani di conservazione di specie animali e vegetali.

Questo concetto è stato confermato dagli interventi dell'Ecomuseo di Cascina Moglioni e del suo ente di riferimento, l'Ente di gestione delle Aree protette dell'Appennino Piemontese. Il Progetto PIUMA, condotto nell'ambito del PSR 2007/2013 che prevedeva interventi per la conservazione e corretta gestione di prati-pascolo, ha portato all'individuazione e monitoraggio di alcune rare specie di lepidotteri inserite nell'allegato II della Direttiva Habitat e ha visto il diretto coinvolgimento dell'ecomuseo che si adopera per la conservazione delle pratiche colturali tradizionali e delle antiche razze locali e ha favorito la condivisione delle informazioni sulla ricerca.

L'equilibrio tra le attività antropiche e l'ambiente è ciò che ha costruito il paesaggio dei nostri territori, frutto di  stratificazioni storiche e di una continua relazione tra l’uomo e l’ambiente in cui abita, valorizzato dagli ecomusei anche attraverso azioni di coinvolgimento e di sensibilizzazione nei confronti dell'intera comunità e salvagurdato dalle nostre aree protette.

Tra i 25 Ecomusei istituiti dalla Regione Piemonte, ben tre sono gestiti di Enti Parco:
- Ecomuseo Colombano Romean (Ente di gestione Aree Protette delle Alpi Cozie)
- Ecomuseo Cascina Moglioni (Ente di gestione delle Aree Protette dell'Appenino Piemontese)
- Ecomuseo della Segale (Ente di gestione delle Aree Protette delle Alpi Marittime)

Ma gli Ecomusei possono avere un ruolo importante nella conservazione della biodiversità anche quando non sono gestiti da Enti con finalità di tutela.

Sono tanti i modi in cui gli ecomusei si relazionano a questo tema, li ha elencati Andrea Del Duca, direttore dell'Ecomuseo del Lago d'Orta e Mottarone e neo Presidente della Rete Ecomusei del Piemonte:
- azioni che agiscono sul paesaggio e sugli ecosistemi
- azioni con la comunità, che si deve impegnare per garantire la salvaguardia dell'ambiente e la conservazione saperi locali che devono essere traferiti da una generazione all'altra
- azioni sulla filiera dei prodotti locali e le attività tradizionali
- azioni di disseminazione, scambio di buone pratiche e di competenze

Il Lago d'Orta fino al 1987 era un lago "morto" l'inquinamento e l'acidità del lago avevano spazzato ogni forma di vita. Nel 2014 grazie al progetto LIMING il lago è stato bonificato e i suoi ecosistemi hanno potuto rinascere. A partire da 10 anni fa l'ecomuseo ha avviato un'azione importante con la comunità: un'azione di riscoperta e di consapevolizzazione di questa storia. Grazie al contratto di Lago è stato avviato un percorso che vede oggi oltre 130 soggetti firmatari impegnati in azioni concrete di salvaguardia del territorio.

Gli interventi si sono susseguiti parlando di diversità culturale, di come l'arte, la ricerca, il coinvolgimento della comunità e il recupero della memoria possano favorire un rapporto equilibrato tra le risorse naturali e gli usi del territorio.

Scarica la registrazione del workshop della Rete Ecomusei Piemonte 2024

 

 

 

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