ultimo aggiornamento: 16/02/2022

Fabbricati d'alpe

Foto alpe LausLe prime sistemazioni dei pastori dovevano essere molto precarie. Il toponimo "Balma" (= riparo sotto roccia) ricorre frequentemente ad indicare gli odierni alpeggi senza contare che simili sistemazioni erano ancora usate tra le due guerre mondiali.
A partire dal medioevo i ripari sotto roccia cominciarono ad essere sostituiti da costruzioni in muratura più grandi e razionali che comprendevano anche ricoveri per gli animali. In questa fase di riorganizzazione ebbero grande importanza gli ordini religiosi, in particolare i monaci certosini di Montebenedetto - Banda proprietari, all'epoca, di enormi porzioni di montagna.

Ogni alpeggio del Parco ha una sua storia particolare e diversa. La maggior parte di essi deve la propria attuale conformazione a ristrutturazioni effettuate nel XIX secolo. Alcuni sono stati recentemente ristrutturati e in qualche caso sono state aperte piste di accesso per facilitare la vita ai pastori, soprattutto per il trasporto di materiali, un tempo effettuato a dorso di mulo.
L'architettura dei fabbricati d'alpe è esenziale, robusta, senza alcuna concessione a decorazioni o abbellimenti.
Foto Casa AcianoI complessi più semplici sono costituiti solo da due edifici: quello destinato ad ospitare i pastori e la stalla.

In altri alpeggi più grandi, le funzioni sono ripartite in più costruzioni: locali di abitazione, stalle per le vacche, locali per lavorare il latte, cantina per i formaggi, magazzino, stalla per i vitelli e talvolta cantina refrigerata con acqua corrente per conservare il burro e il latte.
L'edificio più grande è sempre la stalla, costruita in modo da seguire la pendenza naturale del terreno perché all'interno viene fatta scorrere l'acqua per la pulizia. I liquami raccolti in apposite canalette vengono convogliati nella concimaia e da qui distribuiti sui pascoli come concime.
I materiali usati nella costruzione di queste strutture sono soltanto due: pietra e legno. La pietra è usata grezza o grossolanamente sbozzata per i muri, pavimenti, gradini, oppure sotto forma di lose, per la copertura dei tetti. In legno, quasi sempre in larice, sono le orditure dei tetti, le architravi e le poche suppellettili.