ultimo aggiornamento: 16/02/2022

Lariceto

I boschi di Larice (Larix decidua) sono diffusi soprattutto in Val Chisone e in Val Susa, mentre in Val Sangone si può incontrare qualche esemplare isolato.
In confronto alle altre conifere di montagna con rami robusti, fogliame denso e persistente, il Larice, con i suoi rami sottili e lunghi, i suoi aghi morbidi e caduchi, sembrerebbe inadatto a vegetare nel severo clima alpino.
In realtà è una pianta molto rustica, capace di sopportare condizioni climatiche rigide e di svilupparsi su suoli poveri e poco evoluti senza temere la più intensa insolazione.
Contrariamente a tutte le aghifoglie dei nostri climi, il Larice perde le foglie in autunno.
Questo gli consente di ridurre la perdita d'acqua per traspirazione fogliare, che difficilmente potrebbe essere compensata da quella presente nel suolo perché gelata.

Queste caratteristiche ne fanno una pianta pioniera, capace di aprire la strada a formazioni forestali più esigenti.
Il Lariceto si sviluppa generalmente intorno ai 2000 metri di altezza; la notevole diffusione dei lariceti anche a quote inferiori dipende soprattutto dall'opera dell'uomo.
Talvolta le discese del Larice sino a 1000 metri di quota possono originare da cause naturali: è quanto avviene nei valloni laterali della Val Susa, stretti e con esposizione a Nord, dove il microclima è particolarmente freddo.
Alle quote inferiori, il Lariceto può essere inframmezzato da Abeti rossi (Picea abies) e talvolta da Abeti bianchi (Abies alba). In questo caso è possibile supporre una tendenza evolutiva verso la Pecceta o l'Abetina.