ultimo aggiornamento: 16/02/2022

Carbonaia

Le carbonaie venivano costruite praticamente ovunque ci fossero problemi di trasporto, o più raramente dove esistesse la necessità di avere il carbone al posto della legna, in questo caso, in presenza di miniere o cave.

Il sito ecomuseale della Carbonaia presenta vari allestimenti con le diverse fasi di distillazione del carbone in bosco.

La catasta di legna (di circa 5 - 6 m di diametro) doveva essere posata su una piazzola piana e circolare. Al centro veniva costruito il camino "a castelletto", su cui si poggiavano i pezzi di tronco, raramente spaccati, dai più grandi ai più piccoli verso l'esterno.
Una volta ultimata la catasta, tutti gli interstizi venivano riempiti di legnetti più piccoli , poi si procedeva con il rivestimento: un primo strato di foglie secche, ed uno strato più esterno di terra o zolle avevano lo scopo di impedire all'aria di alimentare il fuoco, in quanto la legna non doveva bruciare, ma subire una lenta combustione in assenza di fiamme.

Non era facile trovare terra nei boschi di montagna generalmente pietrosi perciò la terra era preziosa e si conservava di anno in anno, inoltre la terra già usata e bruciata una volta si compattava meglio ed era per questo preferita alla terra nuova.

In Val Susa per ovviare al problema del vento molto comune, quando non si poteva trovare una zona sufficientemente riparata, si costruiva intorno alla carbonaia, ad una distanza che consentisse il passaggio per il lavoro, una specie di trincea in legno, rami e terra.

L'accensione e la distillazione erano i due momenti in cui era fondamentale l'esperienza del carbonaio perché pochi segnali come il colore del fuoco, l'ampiezza della fumata, indicavano il momento giusto per passare alla fase successiva.

Si gettava la brace dentro al camino, poi si buttavano dentro i "ciapouloou", dei pezzetti di legna di 15 -20 cm di lunghezza. Allora, man mano che si alimentava la carbonaia, il fuoco cominciava a salire. Una volta che il fuoco arrivava in cima al camino cominciava a propagarsi alla catasta e cominciava a scendere.

Il camino era coperto con una lastra di pietra e si cominciava a bucare lo strato di terra e foglie dall'alto verso il basso. Si faceva una fila di buchi chiamati i "fumet" tutt'intorno alla carbonaia, quando il fumo da bianco diventava blu bisognava scendere con un'altra fila di buchi. Quando i buchi arrivavano in fondo, la carbonaia era pronta. Quando era cotta, smetteva di fumare, allora si copriva con della terra, si pressava in modo che il fuoco non potesse respirare e si lasciava riposare per almeno un giorno.

Una volta distillata la carbonaia. si raccoglieva il carbone pulendolo dalla terra e separando i pezzi non ben distillati. Si insaccava ed iniziava il faticoso lavoro di trasporto a valle.

Le carbonaie duravano in media otto giorni o più a seconda di quanto erano grandi e in genere ogni cinque miriagrammi di legna dovevano dare la resa di un miriagrammo di carbone.
Il lavoro della carbonaia si svolgeva in estate, ma già in inverno si preparavano i tronchi da bruciare.Nei pressi della carbonaia c'era una piccola spianata che serviva a costruire la baracca del carbone. Una volta pronto il carbone non doveva prendere la pioggia per non rovinarsi. Allora si piantavano dei pali e si coprivano con delle fascine di rami, messe il più verticalmente possibile, e quando il carbone era freddo si metteva lì dentro e li lo si lasciava perché nel frattempo era giunto il periodo di fare il fieno. Il carbone veniva portato via dopo la stagione del fieno.