ultimo aggiornamento: 16/02/2022

Attività minerarie

In Val Chisone

Delle miniere di talco della Roussa, attive nella prima metà del secolo scorso, rimangono ancora i ruderi delle strutture quali le teleferiche, gli alloggiamenti dei minatori, ecc.
Molti imbocchi delle gallerie, seppure franati, sono tuttora visibili.

Disegno cava talcoAccesso: dall'abitato di Villaretto si prosegue per Gran Faetto, si imbocca la sterrata che porta a Prato del Colle, poco dopo le case del Colletto in corrispondenza di un tornante verso sinistra inizia il sentiero che porta al Colle della Roussa; percorrerlo per circa 20' fino ad un bivio segnalato con un cartello in legno indicante le miniere, di qui in 10' circa si raggiungono le prime costruzioni.

In Val Sangone

Fin dal XII secolo di ha notizia dell' estrazione di minerale di ferro nella zona compresa tra il Rio Meinardo e la Punta Sarazina. Lo stesso nome "Forno", che designa l'insieme di piccole Borgate situate nella conca alla confluenza dei valloni scavati dal Rio Balma e dal Rio Ricciavrè, è ricollegabile all'attività estrattiva praticata in questa località e, in particolare, alla fusione dei metalli. Si può supporre che questa lavorazione non consistesse in una fusione vera e propria , ma in un processo di "arrostitura" fatto in forni rudimentali che permetteva di arricchire il minerale di ferro prima del trasporto.
Questa attività si protrasse fino al XVI sec. , quando una disastrosa epidemia spopolò la vallata e determinò la fine dell'estrazione del ferro in Val Sangone.
L'attività mineraria riprese nella seconda metà dell'800 con l'estrazione del talco.
Le prime notizie dello sfruttamento della miniera di talco di Garida risalgono alla fine del '800. Il talco estratto raggiungeva Forno con una teleferica a gravità. Nel 1968 l'esiguità del giacimento, la mancata individuazione di vene di talco più ricche, l'aumento del costo della manodopera e la concorrenza estera determinò la fine dell'estrazione di talco in Val Sangone. Nei primi anni del '90 la miniera è stata rilevata dalla ditta "Miniera di Garida" e rimessa in efficienza con una modesta attività estrattiva. Lo scopo non è tanto lo sfruttamento minerario quanto il mantenerla viva con funzione storico-didattica.