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Il Castello di Villecloze

Ente Parchi Alpi Cozie

fortificazioniyoutube

Un nuovo video del guardiaparco Bruno Usseglio

Durante una visita nell’alta Val Chisone è molto facile imbattersi nei resti di alcune fortificazioni che testimoniano la presenza di una frontiera. Nel corso dei secoli, in una continua contesa che ha visto da una parte casa Savoia e dall’altra i conti di Albon prima e in seguito il regno di Francia, questo confine è mutato più volte sino ad attestarsi con il trattato di Utrecht del 1713 sulla cresta spartiacque dei monti. A causa di questa situazione si potrebbe fare davvero una storia parallela dei sistemi fortificati e delle concezioni tecniche, scientifiche e politiche che li hanno determinati. Quello che stupisce, rispetto anche alle altre vallate, come ad esempio la vicina Valle di Susa, è la mancanza di fortificazioni tipiche del Medioevo: i castelli.

In realtà, scavando negli archivi o consultando alcuni testi storici che fanno parte di un percorso di ricerca scientifica ormai consolidato, emergono alcune costruzioni e tra queste il castello di Mentoulles nel comune di Fenestrelle. Oggi, sul terreno, di questa struttura rimangono solo alcune porzioni di mura con la caratteristica disposizione delle pietre a lisca di pesce.

Nel nuovo video “Il Castello di Villecloze” girato dal guardiaparco Bruno Usseglio e pubblicato sul canale YouTube dei Parchi Alpi Cozie,  Mauro Martin e Ettore Peyronel ricostruiscono per noi le peculiarità di questo affascinante luogo e ci forniscono le indicazioni per poterlo raggiungere facilmente.

Possiamo solamente aggiungere una considerazione: la presenza così rarefatta in valle di castelli è principalmente dovuta alla struttura sociale delle comunità. Mancava, infatti, salvo pochissimi casi, una affermata classe nobiliare locale che potesse rappresentare e difendere il proprio potere. Le comunità della Val Pragelato, grazie a questa particolarità, per lungo tempo vennero gestite dalle famiglie dei notabili presenti. Il potere statale era sempre presente, riscuoteva le tasse e imponeva le proprie leggi, ma non era poi così vicino. Grazie ad alcuni accordi, a partire soprattutto dal Seicento, è documentata un’amministrazione territoriale decentrata nota con il nome di Escartons.

Tornando alle fortificazioni, con il crescere delle tensioni fra i Savoia e i re di Francia, non è un caso che le diverse strutture difensive siano state progettate e realizzate proprio dall’apparato statale, è sufficiente citare alcuni esempi: il forte Mutin dai francesi, le fortificazioni di Fenestrelle dai sabaudi, le fortificazioni in quota dal regio esercito italiano.

Opere che oggi sono visitabili, alcune solo dall’esterno e con prudenza e che ci raccontano certamente l’evoluzione delle tecniche di fortificazione e di attacco, ma accanto a questa tematica si può indagare le dinamiche tra stati nazionali, la vita delle comunità locali, la gestione del territorio.

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