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Photo credit Gianfranco Fioraso CNR di Torino

Frana Monte Français Pelouxe: probabili cause, dinamica e volume di materiale staccato

Orsiera Rocciavré

franaFrançais PelouxeCNR

Grazie ad una ricognizione in loco, il geologo Gianfranco Fioraso del CNR di Torino (Consiglio Nazionale delle Ricerche) Istituto di Geoscienze e Georisorse ha potuto redigere un'accurata relazione sulla recente frana del Monte Français Pelouxe: probabili cause, dinamica e volume di materiale staccato.

Il 5 luglio scorso un imponente fenomeno di crollo si è verificato sul versante nord-orientale del M. Français Pelouxe (2760 m). La frana, originatasi a partire da una quota massima di 2650 m, ha coinvolto il tratto centrale della ripida parete rocciosa (Fig. 1) costituita da calcescisti marmorei e si è riversato nel vallone sottostante, appoggiandosi ad una piccola morena (Fig. 2). Il sopralluogo effettuato alcuni giorni dopo il distacco ha consentito di verificare che la frana, il cui volume è stato stimato pari a 70.000 m3, si estende su una superficie di circa 2,3 ha ed è costituito da blocchi di grandi dimensioni, talvolta fino a 10 m3. Il crollo è avvenuto presumibilmente in due fasi, una immediatamente successiva all’altra, come testimoniato dalla presenza di due distinti accumuli. L’intero vallone è stato cosparso da un velo di polvere, prodotta dalla violenta disintegrazione della roccia, che in prossimità dell’accumulo raggiunge alcuni centimetri di spessore.

Le cause della frana sono da ricercarsi nella presenza di grandi fratture, chiaramente visibili lungo l’intera parete, che favoriscono l’instabilità gravitativa della roccia: in tal senso, in passato il versante nord-orientale della Français Pelouxe è già stato interessato da grandi frane di crollo, come indicano gli imponenti accumuli di blocchi presenti alla base della parete. Nella nicchia di distacco non sono state osservate emergenze d’acqua che possano in qualche modo testimoniare la presenza di significativi fenomeni di fusione del permafrost. Tuttavia, sull’accumulo è stato notato un blocco attraversato da colature di fango che sembrerebbero confermare la presenza, al momento del distacco, di ghiaccio all’interno delle fratture (Fig. 3). Nel corso del sopralluogo sono stati uditi e osservati, con relativa frequenza, numerosi distacchi di materiale roccioso, episodi che presumibilmente proseguiranno fino al completo assestamento della roccia.

Fig. 1. Versante NO della Français Pelouxe con, al centro della parete, la nicchia di distacco della frana a “forma di cuore”. Alla base della parete è visibile l’accumulo, di colore grigio e non inerbito.

Fig. 2. Ripresa della fronte della frana che poggia sul fianco di una piccola morena. Sono riconoscibili i due corpi di accumulo, quello in primo piano di colore grigio chiaro rispetto a quello leggermente più scuro visibile sullo sfondo. Si nota come il fianco interno della morena sia interamente ricoperto di polvere.

Fig. 3. Blocco di frana la cui superficie, in posizione verticale, è segnata da alcune colature di fango presumibilmente dovute alla fusione del ghiaccio originariamente presente nella frattura.

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