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I cavalli portalupo

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Dalle ricerche storiche del guardiaparco Bruno Usseglio

Fino a qualche decennio fa il lupo raramente entrava nei discorsi delle persone. Nei nostri territori si è ritornati a parlarne in seguito al suo ritorno naturale.

Considerato questo interesse, vogliamo dare voce a un episodio del passato che ci viene raccontato da Strabone e che riprendiamo dall’edizione del 1792 pubblicata a Roma (tomo I, p. 253). In quest’opera, intitolata Della geografia, l’autore si sofferma a parlare del mare Adriatico e delle sue terre. Ad un certo punto della narrazione viene raccontata la potenza e l’importanza, per alcune popolazioni, di Diomede: «Scrivono ch’appresso gli Eneti sono ordinati certi onori a Diomede. Al quale sacrificano un cavallo bianco. E vi si veggono due boschi, l’uno di Giunone Argiva, l’altro di Diana Etolia. Dicono, per una baia (per quanto si può immaginare) che in quei boschi si domesticavano insieme le fiere, e i cervi andavano in compagnia dei lupi. E che si lasciavano parlare, e accarezzare dagli uomini, che ci andavano. E quelle che dai cani erano cacciate, tosto che quivi fuggivano, lasciavano i cani di seguitarle. Raccontasi che uno, molto conosciuto per uomo che volentieri facesse sicurtà, e che di ciò era alcuna volta motteggiato; s’abbattè nei cacciatori, i quali avevano preso un lupo nelle reti, e dicendogli essi, per scherzo, che s’egli voleva promettere di pagare tutto il danno, che il lupo facesse loro, il lascerebbero andare fuori dei lacci, egli si contentò di fargli la sicurtà. Sciolto che fu il lupo, avendo trovato un armento di cavalle senza marchio, cacciandole, le condusse nella stalla del suo mallevadore. Egli avutone questa ricompenza, fece alle cavalle il marchio del lupo e chiamolle portalupo, più eccellenti per la velocità, che per bellezza ch’elle avessero. Il quale marchio, e il nome si è poi sempre conservato in quella razza dai successori di lui, i quali ebbero per costume di non dare mai via le femmine, acciocché appresso loro soli rimanesse la vera razza, divenuta per questo molto famosa».

Per approfondire: Strabone, Della geografia, Roma 1792; disponibile al seguente link:

https://archive.org/details/bub_gb_Pvs7gJ8lxewC/page/n253/mode/2up

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