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Photo credit Bruno Usseglio

Il monumento dell'Assietta

Gran Bosco di Salbertrand

ricerche storiche

Dalle ricerche storiche del guardiaparco Bruno Usseglio

Certamente molti conoscono la storia della battaglia dell’Assietta che si è svolta il 19 luglio del 1747. Qualcuno in meno, forse, conosce altrettanto bene la storia dell’obelisco che vuole ricordare quell’evento. La festa inaugurale del primo monumento qui costruito dalle sezioni locali del CAI avviene il 21 luglio 1878: «Circa le ore 9 antimeridiane del giorno 21 luglio v’aveva folla in quel capace vallone, e non esagero punto; tanti ne trassero colassù per diverse vie dalle finitime valli la popolare tradizione della battaglia ed il pio sentimento a cui erasi inspirata la sezione pinerolese nel darvi convegno ai Soci! E questi contavansi numerosissimi davvero, si da rappresentarvi quasi tutte le sezioni del Club. De’ francesi s’aveva promessa, e speranza dolcissima perciò, ma non vi presero parte. Quando la comitiva del Club Alpino Italiano parve tutta adunata nel vallone, essa ripigliò cammino, seguita dalla folla dei valligiani, ed in breve toccò al punto più elevato del colle (m. 2.561 sul livello del mare), detto comunemente la Testa dell’Assietta, ove era stato eretto il ricordo della battaglia. Là, donde lo sguardo comprende in un sol tratto il dirupato campo della pugna e scorge tuttora gli avanzi di trinceramenti e di fortilizi, là, ove la storia ne narra siensi compiuti i più eroici atti di virtù militare dai combattenti d’ambe le schiere, là, ove il suolo è tomba ai forti caduti in battaglia, sorge ora un modesto pilone in muratura su cui s’è posata l’aquila che tiene fra gli artigli lo stemma del nostro club. Nel lato del pilone che volge appunto al lato dell’attacco è infissa una lapide in marmo, su cui è incisa la scritta:

A RICORDO DEI FORTI

SU QUESTE VETTE

PER DEVOZIONE ALLA PATRIA

IN TEMPI NON LIETI

DELLA FRATELLANZA DEI POPOLI

CADUTI

LA SEZIONE PINEROLESE

DEL CLUB ALPINO ITALIANO

CELEBRANDO LA SUA ISTITUZIONE

XXI LUGLIO MDCCCLXXVIII

PLAUDENTI NAZIONALI E STRANIERI

ERIGEVA

(...) Era in tutti un concorde e mesto pensiero; e mestissime parole furono pronunciate, quali dettavale la memoria dei caduti, la cui voce, qual dolce sussurro, pareva levarsi dal campo di battaglia per accordarsi colla voce dei viventi a solenne sanzione del concorde sentimento fra quanti s’avevano avuta una tomba lassù e coloro che piamente questa tomba onoravano del loro affetto e della loro riverenza».

Ma all’inizio del 1881 questa prima lapide viene trovata infranta e l’aquila spezzata, così come la cassettina che conteneva le memorie lasciate da chi aveva curato l’inaugurazione. Alcuni ritengono che l’atto vandalico sia da imputare a una azione di rappresaglia compiuta dai vicini d’oltralpe evidentemente non contenti del monumento che ricordava una pagina di storia ai francesi poco piacevole. Due inchieste (giudiziaria e amministrativa), promosse dalla sezione del CAI di Pinerolo, in poco più di un mese, fanno luce sul misfatto, individuando i veri autori: «L’opera apparve di inconscia ragazzaglia che, in baraonda, dal trar d’un ciottolo si lasciò trarre a sua volta alla rovina di civile lavoro su quelle selvagge balze». Si trattava, infatti, di 9 ragazzi, dai 14 ai 17 anni, della frazione di Pourrières, che avevano compiuto una bravata. Il 4 agosto il CAI di Pinerolo delibera di voler ricostruire il ricordo lassù posto e si attiva per la costituzione di un consorzio tra le sezioni di Pinerolo, Susa e Torino. Si apre una sottoscrizione che in pochi mesi riesce a raccogliere una discreta cifra: si superano, infatti, le 5.000 lire. Il nuovo monumento, lo stesso che ancora oggi possiamo ammirare, viene inaugurato il 23 luglio 1882 con una nuova e grande festa.

Per saperne di più: B. Usseglio, Caro vecchio scarpone, Alzani, Pinerolo 2014.

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